A ventidue anni dalla morte del Duca Avarna, sono tornata nel Borgo Sicaminò.
Un territorio che si trova a mezza via tra i monti Peloritani e la costa tirrenica,
l’ennesima vittima dell’indifferenza umana.
Qui vivono giusto un paio di anime che tramandano la storia del borgo e leggenda che avvolge questo luogo abbandonato che riguarda il Duca Giuseppe Avarna, ultimo discendente della famiglia Avarna, morto nel 1999 in seguito ad un incendio che distrusse il suo appartamento.
Intellettuale eclettico, poeta, scrittore stravagante, assurto agli onori della cronaca nazionale con l’ormai famoso servizio dedicatogli da Enzo Biagi. Secondo le cronache giornalistiche suonò per dodici lunghi anni la “campana dell'amore”, si tratta essenzialmente di una storia di fantasia che narra che il Duca insieme alla nuova compagna, era solito suonare le campane della chiesa dopo aver passato notti d’amore, per far infuriare la moglie che viveva nel palazzo accanto, che un tempo fu anche a sua dimora.
Giuseppe rimane solo, nei suoi ultimi anni, con i suoi ricordi, i suoi libri, le sue poesie.
«Ho lunghe notti senza fine / e il sospiro dei miei cani fedeli / e nulla più / non ho compagni né facili donne / o giovani fanciulle / ma di notte ho un’amante / che dorme con me / fedele la mia morte»
Giuseppe Avarna


